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314 libro secondo - sezione quinta - capo sesto


parti Penelope si mantien casta e Ulisse appicca i proci, come tordi, alla rete, di quella spezie con la quale Vulcano eroico trasse Vener e Marte plebei (gli annoda a coltivar i campi da giornalieri d’Achille, come Coriolano i plebei romani, non contenti dell’agraria di Servio Tullio, voleva ridurre a’ giornalieri di Romolo, come sopra si è detto). Quivi ancor Ulisse combattè con Iro, povero, e l’ammazzò (che dev’essere stata contesa agraria, nella qual i plebei si divoravano le sostanze d’Ulisse). In altre parti Penelope si prostituisce a’ proci (communica i connubi alla plebe), e ne nasce Pane, mostro di due discordanti nature, umana e bestiale: ch’è appunto il «secum ipse discors» appresso Livio, qual dicevano i patrizi romani a’ plebei che nascerebbe chiunque fusse provenuto da essi plebei, comunicati lor i connubi de’ nobili, simigliante a Pane, mostro di due discordanti nature, che partorí Penelope prostituita a’ plebei.

655Da Pasife, la qual si giace col toro, nasce il minotauro, mostro di due nature diverse. Che dev’esser un’istoria che dagli eroi cretesi si communicarono i connubi a stranieri che dovettero venir in Creta con la nave la quale fu detta «toro», con cui noi sopra spiegammo che Minosse rapiva garzoni e donzelle dall’Attica, e Giove innanzi aveva rapito Europa.

656A questo genere d’istorie civili è da richiamarsi la favola d’Io. Giove se n’innamora (l’è favorevole con gli auspici); Giunone n’è gelosa (con la gelosia civile, che noi sopra spiegammo, di serbare tra gli eroi le nozze solenni) e la dá a guardare ad Argo con cento occhi (a’ padri argivi, ognuno col suo occhio, col suo luco, con la sua terra colta, come sopra l’interpetrammo); Mercurio (che qui dev’essere carattere de’ plebei mercenari), col suono del piffero, o piuttosto col canto, addormenta Argo (vince i padri argivi in contesa d’auspici, da’ quali si cantavan le sorti nelle nozze solenni), ed Io quivi si cangia in vacca, che si giace col toro col quale s’era giaciuta Pasife, e va errando in Egitto (cioè tra quelli egizi stranieri, co’ quali Danao aveva cacciato gl’Inachidi dal regno d’Argo).

657Ma Ercole, a capo di etá, si effemmina e fila sotto i comandi