Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/32

26 idea dell’opera


accennano e dentro ampiamente si ragionano) son diffinite che «sono piú da lodarsi che da potersi mai conseguire, e, se per sorta ve n’hanno, non sono punto durevoli». Per la qual discoverta si dánno altri princípi alla dottrina politica, non sol diversi ma affatto contrari a quelli che se ne sono immaginati finora.

30Il caduceo è l’ultimo de’ geroglifici, per farci avvertiti ch’i primi popoli, ne’ tempi lor eroici ne’ quali regnava il diritto natural della forza, si guardavano tra loro da perpetui nimici, con continove rube e corseggi (e come, ne’ tempi barbari primi, gli eroi si recavano a titolo d’onore d’esser chiamati ladroni, cosí, a’ tempi barbari ritornati, d’esser i potenti detti corsali), perché, essendo le guerre eterne tra loro, non bisognava intimarle; ma, venuti poi i governi umani, o popolari o monarchici, dal diritto delle genti umane furon introdutti gli araldi ch’intimasser le guerre, e s’incominciarono a finire l’ostilitá con le paci. E ciò per alto consiglio della provvedenza divina, perché, ne’ tempi della loro barbarie, le nazioni che novelle al mondo dovevano germogliare si stassero circoscritte dentro i loro confini, né, essendo feroci e indomite, uscissero quindi a sterminarsi tra essolor con le guerre; ma poi che, con lo stesso tempo, fussero cresciute e si truovassero insiememente addimesticate, e perciò fatte comportevoli de’ costumi l’une dell’altre, indi fusse facile a’ popoli vincitori di risparmiare la vita a’ vinti con le giuste leggi delle vittorie.

31Cosí questa Nuova Scienza, o sia la metafisica, al lume della provvedenza divina meditando la comune natura delle nazioni, avendo scoverte tali origini delle divine ed umane cose tralle nazioni gentili, ne stabilisce un sistema del diritto natural delle genti, che procede con somma egualitá e costanza per le tre etá che gli egizi ci lasciaron detto aver camminato per tutto il tempo del mondo corso loro dinanzi, cioè: l’etá degli dèi, nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini governi, e ogni cosa essere lor comandata con gli auspici e con gli oracoli, che sono le piú vecchie cose della storia profana; — l’etá degli eroi, nella quale dappertutto essi regna-