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politica degli eroi 309


avevano guerreggiato con gli albani fu egli tutto il tempo innanzi, ch’entrambi avevano esercitato gli uni contro degli altri a vicenda i ladronecci che qui diciamo. Ond’è piú ragionevole che Orazio uccida la sorella perché piagne il suo Curiazio che l’aveva rapita, che essergli stata sposata; quando esso Romolo non potè aver moglie da essi albani, nulla giovandogli l’essere uno de’ reali di Alba, né ’l gran beneficio che, discacciatone il tiranno Amulio, aveva loro renduto il legittimo re Numitore. È molto da avvertirsi che si patteggia la legge della vittoria sulla fortuna dell’abbattimento di essi, che principalmente erano interessati; qual, dell’albana, fu quello degli tre Orazi e degli tre Curiazi, e, della troiana, quello di Paride e Menelao, ch’essendo rimasto indiciso, i greci e troiani poi seguitarono a terminarla: siccome, a’ tempi barbari ultimi, similmente essi principi con gli abbattimenti delle loro persone terminavano le loro controversie de’ regni, alla fortuna de’ quali si assoggettivano i popoli. Ed ecco che Alba fu la Troia latina, e l’Elena romana fu Orazia (di che vi ha un’istoria affatto la stessa tra’ greci, ch’è rapportata da Gerardo Giovanni Vossio nella Rettorica ), e i diece anni dell’assedio di Troia a’ greci devon essere i diece anni dell’assedio di Vei a’ latini, cioè un numero finito per un infinito di tutto il tempo innanzi, che le cittá avevano esercitato l’ostilitá eterne tra loro.

642Perché la ragione de’numeri, perciocch’è astrattissima, fu l’ultima ad intendersi dalle nazioni (come in questi libri se ne ragiona ad altro proposito): di che, spiegandosi piú la ragione, restò a’ latini «sexcenta» (e cosí appresso gl’italiani prima si disse «cento» e poi «cento e mille») per dir un numero innumerabile, perché l’idea d’infinito può cader in mente sol de’ filosofi. Quindi è forse che, per dire un gran numero, le prime genti dissero «dodeci»: come dodeci gli dèi delle genti maggiori, che Varrone e i greci numerarono trentamila; anco dodeci le fatighe d’Ercole, che dovetter essere innumerabili; e i latini dissero dodeci le parti dell’asse, che si può in infinite parti dividere; della qual sorta dovetter essere state dette le XII Tavole, per l’infinito numero delle leggi che furono in tavole, di tempo in tempo, appresso intagliate.