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principi eterni de’ feudi | 283 |
«interesse di padri»), a doverla difendere e mantenere, perch’ella aveva conservato loro gl’imperi sovrani famigliari, e questi stessi tutti eguali tra lor medesimi; lo che unicamente fa la libertá signorile.
602Il terzo, con tutta la propietá detto «dominio civile», che esse cittá eroiche, compostesi sul principio di soli eroi, avevano de’ fondi, per certi feudi divini ch’essi padri di famiglia avevano innanzi ricevuto da essa divinitá provvedente, com’abbiamo sopra dimostro (onde si erano truovati sovrani nello stato delle famiglie, e si composero in ordini regnanti nello stato delle cittá); e si divennero regni civili sovrani, soggetti al solo sommo sovrano Dio, in cui tutte le civili sovrane potestá riconoscono provvidenza. Lo che ben per sensi umani si professa dalle sovrane potenze, ch’a’ lor maestosi titoli aggiugnono quello «per la divina provvedenza» ovvero quello «per la grazia di Dio», dalla quale devono pubblicamente professare di aver ricevuto i regni; talché, se ne proibissero l’adorazione, esse anderebbero naturalmente a cadérne, perché nazione di fatisti o casisti o d’atei non fu al mondo giammai, e ne vedemmo sopra tutte le nazioni del mondo, per quattro religioni primarie e non piú, credere in una divinitá provvedente. Perciò i plebei giuravano per gli eroi (di che sonci rimasti i giuramenti «mehercules!», «mecastor!», «aedepol!» e «mediusfidius!», «per lo dio Fidio!», che, come vedremo, fu l’Ercole de’ romani), altronde gli eroi giuravan per Giove: perché i plebei furono dapprima in forza degli eroi (come i nobili romani, fin al CCCCXIX di Roma, esercitarono la ragione del carcere privato sopra i plebei debitori); gli eroi, che formarono gli ordini loro regnanti, eran in forza di Giove, per la ragion degli auspici: i quali se loro sembravano di permetterlo, davano i maestrati, comandavan le leggi ed esercitavano altri sovrani diritti; se parevano di vietarlo, se n’astenevano. Lo che tutto è quella «fides deorum et hominum», a cuí s’appartengono quell’espressioni latine «implorare fidem», «implorar soccorso ed aiuto»; «recipere in fidem», «ricevere sotto la protezione o l’imperio»; e quella esclamazione «proh deum