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idea dell’opera


dente in tali tempi si truova non essere stato ancora sulle marine abitato; — ma il diritto eroico fece la necessitá a sí fatte brigate d’uomini di tali nazioni d’abbandonare le propie terre, le quali, naturalmente, senonsé per qualche estrema necessitá s’abbandonano. E con sí fatte colonie, le quali perciò saranno appellate «eroiche oltramarine», propagossi il gener umano, anco per mare, nel resto del nostro mondo; siccome con l’error ferino, lunga etá innanzi, vi si era propagato per terra.

21Esce piú in fuori, innanzi l’aratro, una tavola con iscrittovi un alfabeto latino antico (che, come narra Tacito, fu somigliante all’antico greco) e, piú sotto, l’alfabeto ultimo che ci restò. Egli dinota l’origine delle lingue e delle lettere che sono dette volgari, che si truovano essere venute lunga stagione dopo fondate le nazioni, ed assai piú tardi quella delle lettere che delle lingue; e, per ciò significare, la tavola giace sopra un rottame di colonna d’ordine corintiaco, assai moderno tra gli ordini dell’architettura.

22Giace la tavola molto dapresso all’aratro e lontana assai dal timone, per significare l’origine delle lingue natie, le quali si formarono prima ciascuna nelle propie lor terre, ove finalmente si ritruovarono a sorte, fermati dal loro divagamento ferino, gli autori delle nazioni, che si erano, come sopra si è detto, sparsi e dispersi per la gran selva della terra; con le quali lingue natie, lunga etá dopo, si mescolarono le lingue orientali o egiziache o greche, con la trasmigrazione de’ popoli fatta nelle marine del Mediteranneo e dell’Oceano che si è sopra accennata. E qui si dánno altri princípi d’etimologia (e se ne fanno spessissimi saggi per tutta l’opera), per gli quali si distinguono l’origini delle voci natie da quelle che sono d’origini indubitate straniere, con tal importante diversitá: che l’etimologie delle lingue natie sieno istorie di cose significate da esse voci su quest’ordine naturale d’idee, che prima furono le selve, poi i campi colti e i tuguri, appresso le piccole case e le ville, quindi le cittá, finalmente l’accademie e i filosofi (sopra il qual ordine ne devono dalle prime lor origini