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delle famiglie di figliuoli 235


ond’esso nome serba questa tanto grande antichitá alla cittá di Pozzuoli, che fu detto «Puteoli» da piú piccioli pozzi uniti; ed è ragionevole congettura, fondata sul dizionario mentale ch’abbiamo detto, che tante cittá sparse per le antiche nazioni che si dicono nel numero del piú, da questa cosa, una in sostanza, si appellarono, con favella articolata, diversamente.

528Quivi si fantasticò la terza deitá maggiore, la qual fu Diana; che fu la prima umana necessitá, la quale si fece sentir a’ giganti fermati in certe terre e congionti in matrimonio con certe donne. Ci lasciarono i poeti teologi descritta la storia di queste cose con due favole di Diana. Delle quali una ce ne significa la pudicizia de’ matrimoni: ch’è quella di Diana, la quale, tutta tacita, al buio di densa notte, si giace con Endimione dormente; talch’è casta Diana di quella castitá onde una delle leggi di Cicerone comanda «Deos caste adeunto» (che si andasse a sagrificare, fatte le sagre lavande prima). L’altra ce ne narra la spaventosa religione de’ fonti, a’ quali restò il perpetuo aggiunto di «sagri»; ch’è quella d’Atteone, il quale, veduta Diana ignuda (la fontana viva), dalla dea spruzzato d’acqua (per dire che la dea gli gittò sopra il suo grande spavento), divenne cervo (lo piú timido degli animali) e fu sbranato da’ suoi cani (da’ rimorsi della propia coscienza per la religion violata); talché «lymphati» (propiamente «spruzzati d’acqua pura», ché tanto vuol dire «lympha») dovettero dapprima intendersi cotali Atteoni impazzati di superstizioso spavento. La qual istoria poetica serbarono i latini nella voce «latices» (che debbe venire a «latendo» ), c’hanno l’aggiunto perpetuo di «puri», e significano l’acqua che sgorga dalla fontana. E tali «latices» de’ latini devon essere le ninfe compagne di Diana appo i greci, a’quali «nymphae» significavano lo stesso che «lymphae»; e tali ninfe furon dette da’ tempi ch’apprendevano tutte le cose per sostanze animate e, per lo piú, umane, come sopra si è nella Metafisica ragionato.

529Appresso, i giganti pii, che furon i postati ne’ monti, dovettero risentirsi del putore che davano i cadaveri de’ lor trappassati, che marcivano loro da presso sopra la terra; onde si diedero