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222 libro secondo - sezione terza


per dire che Leda con tali auspici di Giove concepisce dalle uova Castore, Polluce ed Elena.

513Ella è Giunone detta «giogaie» da quel giogo ond’il matrimonio solenne fu detto «coniugium», e «coniuges» il marito e la moglie; — detta anco Lucina, che porta i parti alla luce, non giá naturale, la qual è comune anco agli parti schiavi, ma civile, ond’i nobili son detti «illustri»; — è gelosa d’una gelosia politica, con la qual i romani fin al trecento e nove di Roma tennero i connubi chiusi alla plebe. Ma da’ greci fu detta Ἤρα, dalla quale debbono essere stati detti essi eroi, perché nascevano da nozze solenni, delle quali era nume Giunone, e perciò generati con Amor nobile (ché tanto Ἔρως significa), che fu lo stesso ch’Imeneo. E gli eroi si dovettero dire in sentimento di «signori delle famiglie», a differenza de’ famoli, i quali, come vedremo appresso, vi erano come schiavi; siccome in tal sentimento «heri» si dissero da’ latini, e indi «hereditas» detta l’ereditá, la quale con voce natia latina era stata detta «familia». Talché, da questa origine, «hereditas» dovette significare una «dispotica signoria», come da essa legge delle XII Tavole a’ padri di famiglia fu conservata una sovrana potestá di disponerne in testamento, nel capo «Uti paterfamilias super pecuniae tutelaeve rei suae legassit, ita ius esto». Il disponerne fu detto generalmente «legare», ch’è propio de’ sovrani; onde l’erede vien ad esser un legato, il quale nell’ereditá rappresenta il padre di famiglia difonto, e i figliuoli, non meno che gli schiavi, furono compresi ne’ motti «rei suae» e «pecuniae». Lo che tutto troppo gravemente n’appruova la monarchica potestá ch’avevano avuto i padri nello stato di natura sopra le loro famiglie, la qual poi essi si dovettero conservare (come vedremo appresso che si conservarono di fatto) in quello dell’eroiche cittá; le quali ne dovettero nascere aristocratiche, cioè repubbliche di signori, perché la ritennero anco dentro le repubbliche popolari. Le quali cose tutte appresso saranno pienamente da noi ragionate.

514La dea Giunone comanda delle grandi fatighe ad Ercole detto tebano, che fu l’Ercole greco (perché ogni nazione gen-