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198 | libro secondo - sezione seconda - capo quinto |
degli eroi, qual fu il verso eroico, il piú grande di tutti gli altri e propio dell’eroica poesia; e nacque da passioni violentissime di spavento e di giubilo, come la poesia eroica non tratta che passioni perturbatissime. Però non nacque spondaico per lo gran timor del Pitone, come la volgar tradizione racconta; la qual perturbazione affretta l’idee e le voci piú tosto che le ritarda, onde appo i latini «solicitus» e «festinans» significano «timoroso». Ma per la tardezza delle menti e difficultá delle lingue degli autori delle nazioni nacque prima, come abbiam dimostro, spondaico, di che si mantiene in possesso, ché nell’ultima sede non lascia mai lo spondeo; dappoi, faccendosi piú spedite e le menti e le lingue, v’ammise il dattilo; appresso, spedendosi entrambe vieppiú, nacque il giambico, il cui piede è detto «presto» da Orazio: come di tali origini si sono proposte due degnitá. Finalmente, fattesi quelle speditissime, venne la prosa, la quale, come testé si è veduto, parla quasi per generi intelligibili; ed alla prosa il verso giambico s’appressa tanto, che spesso inravedutamente cadeva a’ prosatori scrivendo. Cosí il canto s’andò ne’ versi affrettando co’ medesimi passi co’ quali si spedirono nelle nazioni e le lingue e l’idee, come anco nelle Degnitá si è avvisato.
464Tal filosofia ci è confermata dalla storia. La quale la piú antica cosa che narra sono gli oracoli e le sibille, come nelle Degnitá si è proposto; onde, per significare una cosa esser antichissima, vi era il detto: «quella essere piú vecchia della sibilla»; e le sibille furono sparse per tutte le prime nazioni, delle quali ci sono pervenute pur dodici. Ed è volgar tradizione che le sibille cantarono in verso eroico, e gli oracoli per tutte le nazioni pur in verso eroico davano le risposte; onde tal verso da’ greci fu detto «pizio» dal loro famoso oracolo d’Apollo pizio (il qual dovette cosí appellarsi dall’ucciso serpente detto Pitone, onde noi sopra abbiam detto esser nato il primo verso spondaico), e da’ latini fu detto «verso saturnio», come ne accerta Festo; che dovette in Italia nascere nell’etá di Saturno, che risponde all’etá dell’oro de’ greci, nella quale Apollo, come gli altri dèi, praticava in terra con gli uomini. Ed Ennio,