Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/202

196 libro secondo - sezione seconda - capo quinto


universali fantastici, prima degli universali ragionati o sieno filosofici, i quali nacquero per mezzo di essi parlari prosaici. Perocché, essendo i poeti, innanzi, andati a formare la favella poetica con la composizione dell’idee particolari (come si è appieno qui dimostrato), da essa vennero poi i popoli a formare i parlari da prosa col contrarre in ciascheduna voce, come in un genere, le parti ch’aveva composte la favella poetica; e di quella frase poetica, per essemplo: «Mi bolle il sangue nel cuore» (ch’è parlare per propietá naturale, eterno ed universale a tutto il gener umano), del sangue, del ribollimento e del cuore fecero una sola voce, com’un genere, che da’ greci fu detto στόμαχος, da’ latini «ira», dagl’italiani «collera». Con egual passo, de’ geroglifici e delle lettere eroiche si fecero poche lettere volgari, come generi da conformarvi innumerabili voci articolate diverse, per lo che vi abbisognò fior d’ingegno. Co’ quali generi volgari, e di voci e di lettere, s’andarono a fare piú spedite le menti de’ popoli ed a formarsi astrattive; onde poi vi poterono provenir i filosofi, i quali formaron i generi intelligibili. Lo che qui ragionato è una particella della storia dell’idee. Tanto l’origini delle lettere, per truovarsi, si dovevano ad un fiato trattare con l’origini delle lingue!

461Del canto e del verso si sono proposte quelle degnitá: che, dimostrata l’origine degli uomini mutoli, dovettero dapprima, come fanno i mutoli, mandar fuori le vocali cantando; dipoi, come fanno gli scilinguati, dovettero pur cantando mandar fuori l’articolate di consonanti. Di tal primo canto de’ popoli fanno gran pruova i dittonghi ch’essi ci lasciarono nelle lingue, che dovettero dapprima esser assai piú in numero; siccome i greci e i francesi, che passarono anzi tempo dall’etá poetica alla volgare, ce n’han lasciato moltissimi, come nelle Degniltá si è osservato. E la cagion si è che le vocali sono facili a formarsi ma le consonanti difficili, e perché si è dimostrato che tai primi uomini stupidi, per muoversi a profferire le voci, dovevano sentire passioni violentissime, le quali naturalmente si spiegano con altissima voce. E la natura porta ch’ove uomo alzi assai la voce, egli dia ne’ dittonghi e nel