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origini delle lingue e delle lettere | 193 |
tutti, in tutte le lingue la maggior parte son monosillabi; il primo de’ quali, o almeno tra’ primi, dovett’esser quello di che n’è rimasto quel luogo d’oro d’Ennio:
Aspice hoc sublime cadens, quem omnes invocant Iovem,
ov’è detto «hoc» invece di «caelum», e ne restò in volgar latino
Luciscit hoc iam
invece di «albescit caelum». E gli articoli dalla lor nascita hanno questa eterna propietá: d’andare innanzi a’ nomi a’ quali son attaccati.
451Dopo si formarono le particelle, delle quali sono gran parte le preposizioni, che pure quasi in tutte le lingue son monosillabe; che conservano col nome questa eterna propietá: di andar innanzi a’ nomi che le domandano ed a’ verbi co’ quali vanno a comporsi.
452Tratto tratto s’andarono formando i nomi; de’ quali nell’Origini della lingua latina, ritruovate in quest’opera la prima volta stampata, si novera una gran quantitá nati dentro del Lazio, dalla vita d’essi latini selvaggia, per la contadinesca, infin alla prima civile, formati tutti monosillabi, che non han nulla di origini forestiere, nemmeno greche, a riserba di quattro voci: βοῡς, οῡς, μῡς, σηψ, ch’a’ latini significa «siepe» e a’ greci «serpe». Il qual luogo è l’altro degli tre che stimiamo esser compiuti in quel libro, perch’egli può dar l’esemplo a’ dotti dell’altre lingue di doverne indagare l’origini con grandissimo frutto della repubblica letteraria; come certamente la lingua tedesca, ch’è lingua madre (perocché non vi entrarono mai a comandare nazioni straniere), ha monosillabe tutte le sue radici. Ed esser nati i nomi prima de’ verbi ci è appruovato da questa eterna propietá: che non regge orazione se non comincia da nome ch’espresso o taciuto la regga.
453Finalmente gli autori delle lingue si formarono i verbi, come osserviamo i fanciulli spiegar nomi, particelle, e tacer i verbi. Perché i nomi destano idee che lasciano fermi vestigi; le
G. B. Vico - Opere, IV-i. | 13 |