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190 | libro secondo - sezione seconda - capo quarto |
nello stesso tempo cominciarono tali tre lingue intendendo
sempre andar loro del pari le lettere); però con queste tre grandissime
differenze: che la lingua degli dèi fu quasi tutta muta,
pochissima articolata; la lingua degli eroi, mescolata egualmente
e di articolata e di muta, e ’n conseguenza di parlari
volgari e di caratteri eroici co’ quali scrivevano gli eroi, che
σήματα dice Omero; la lingua degli uomini, quasi tutta articolata
e pochissima muta, perocché non vi ha lingua volgare
cotanto copiosa ove non sieno piú le cose che le sue voci.
Quindi fu necessario che la lingua eroica nel suo principio
fusse sommamente scomposta; ch’è un gran fonte dell’oscuritá
delle favole. Di che sia esemplo insigne quella di Cadmo:
egli uccide la gran serpe, ne semina i denti, da’ solchi nascono
uomini armati, gitta una gran pietra tra loro, questi a
morte combattono, e finalmente esso Cadmo si cangia in serpe.
Cotanto fu ingegnoso quel Cadmo il qual portò le lettere
a’ greci, di cui fu trammandata questa favola, che, come la
spiegheremo appresso, contiene piú centinaia d’anni di storia
poetica!
447In séguito del giá detto, nello stesso tempo che si formò il carattere divino di Giove, che fu il primo di tutt’i pensieri umani della gentilitá, incominciò parimente a formarsi la lingua articolata con l’onomatopea, con la quale tuttavia osserviamo spiegarsi felicemente i fanciulli. Ed esso Giove fu da’ latini, dal fragor del tuono, detto dapprima «Ious»; dal fischio del fulmine da’ greci fu detto Ζεύς; dal suono che dá il fuoco ove brucia, dagli orientali dovett’essere detto «Ur», onde venne «Urim», la potenza del fuoco; dalla quale stessa origine dovett’a’ greci venir detto οὐράνός, il cielo, ed ai latini il verbo «uro», «bruciare»; a’ quali, dallo stesso fischio del fulmine, dovette venire «cel», uno dei monosillabi d’Ausonio, ma con pronunziarlo con la «ç» degli spagnuoli, perché costí l’argutezza del medesimo Ausonio, ove di Venere cosí bisquitta:
Nata salo, suscepta solo, patre edita caelo.