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184 libro secondo - sezione seconda - capo quarto


effetti sensibili; e generalmente la metafora fa il maggior corpo delle lingue appo tutte le nazioni. Ma i gramatici, abbattutisi in gran numero di vocaboli che danno idee confuse e indistinte di cose, non sappiendone le origini, che le dovettero dapprima formare luminose e distinte, per dar pace alla loro ignoranza, stabilirono universalmente la massima che le voci umane articolate significano a placito, e vi trassero Aristotile con Galeno ed altri filosofi, e gli armarono contro Platone e Giamblico, come abbiam detto.

445Ma pur rimane la grandissima difficultá: come, quanti sono i popoli, tante sono le lingue volgari diverse? La qual per isciogliere, è qui da stabilirsi questa gran veritá: che, come certamente i popoli per la diversitá de’ climi han sortito varie diverse nature, onde sono usciti tanti costumi diversi; cosí dalle loro diverse nature e costumi sono nate altrettante diverse lingue: talché, per la medesima diversitá delle loro nature, siccome han guardato le stesse utilitá o necessitá della vita umana con aspetti diversi, onde sono uscite tante per lo piú diverse ed alle volte tra lor contrarie costumanze di nazioni; cosí e non altrimente son uscite in tante lingue, quant’esse sono, diverse. Lo che si conferma ad evidenza co’ proverbi, che sono massime di vita umana, le stesse in sostanza, spiegate con tanti diversi aspetti quante sono state e sono le nazioni, come nelle Degnitá si è avvisato. Quindi le stesse origini eroiche, conservate in accorcio dentro i parlari volgari, han fatto ciò che reca tanta maraviglia a’ critici bibbici: ch’i nomi degli stessi re, nella storia sagra detti d’una maniera, si leggono d’un’altra nella profana; perché l’una per avventura [considerò] gli uomini per lo riguardo dell’aspetto, della potenza; l’altra per quello de’ costumi, dell’imprese o altro che fusse stato: come tuttavia osserviamo le cittá d’Ungheria altrimente appellarsi dagli ungheri, altrimente da’ greci, altrimente da’ tedeschi, altrimente da’ turchi. E la lingua tedesca, ch’è lingua eroica vivente, ella trasforma quasi tutti i nomi delle lingue straniere nelle sue propie natie; lo che dobbiam congetturare aver fatto i latini e i greci ove ragionano di tante cose barbare con bell’aria greca e latina.