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144 libro secondo - prolegomeni - capo terzo


necessitá s’intese prima del fuoco (come, nelle nozze e nell’interdetto, dissero prima «aqua» e poi «igni»), avesse incominciato l’umanitá. E questa è l’origine delle sagre lavande che deono precedere a’ sagrifizi, il qual costume fu ed è comune di tutte le nazioni. Con tal pulizia de’ corpi e col timore degli dèi e de’ padri, il quale si truoverá, e degli uni e degli altri, essere ne’ primi tempi stato spaventosissimo, avvenne che i giganti degradarono alle nostre giuste stature. Il perché forse da πολιτεία, ch’appo i greci vuol dir «governo civile», venne a’ latini detto «politus», «nettato» e «mondo».

372Tal degradamelo dovette durar a farsi fin a’ tempi umani delle nazioni, come il dimostravano le smisurate armi de’ vecchi eroi, le quali, insieme con l’ossa e i teschi degli antichi giganti, Augusto, al riferire di Svuetonio, conservava nel suo museo. Quindi, come si è nelle Degnitá divisato, di tutto il primo mondo degli uomini si devono fare due generi: cioè uno d’uomini di giusta corporatura, che furon i soli ebrei, e l’altro di giganti, che furono gli autori delle nazioni gentili; e de’ giganti fare due spezie: una de’ figliuoli della Terra, ovvero nobili, che diedero il nome all’etá de’ giganti, con tutta la propietá di tal voce, come si è detto (e la sagra storia gli ci ha diffiniti «uomini forti, famosi, potenti del secolo»); l’altra, meno propiamente detta, degli altri giganti signoreggiati.

373II tempo di venire gli autori delle nazioni gentili in sí fatto stato si determina cento anni dal diluvio per la razza di Sem, e duecento per quelle di Giafet e di Cam, come sopra ve n’ha un postulato; e quindi a poco se n’arrecherá la storia fisica, narrataci bensí dalle greche favole, ma finora non avvertita, la quale nello stesso tempo ne dará un’altra storia fisica dell’universale diluvio.