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LXVII

242La natura de’ popoli prima è cruda, dipoi severa, quindi benigna, appresso dilicata, finalmente dissoluta.

LXVIII

243Nel gener umano prima surgono immani e goffi, qual’i Polifemi; poi magnanimi ed orgogliosi, quali gli Achilli; quindi valorosi e giusti, quali gli Aristidi, gli Scipioni affricani; piú a noi [vicini] gli appariscenti con grand’immagini di virtú che s’accompagnano con grandi vizi, ch’appo il volgo fanno strepito di vera gloria, quali gli Alessandri e i Cesari; piú oltre i tristi riflessivi, qual’i Tiberi; finalmente i furiosi dissoluti e sfacciati, qual’i Caligoli, i Neroni, i Domiziani.

244Questa degnitá dimostra che i primi abbisognarono per ubbidire l’uomo all’uomo nello stato delle famiglie, e disporlo ad ubbidir alle leggi nello stato ch’aveva a venire delle cittá; i secondi, che naturalmente non cedevano a’ loro pari, per istabilire sulle famiglie le repubbliche di forma aristocratica; i terzi per aprirvi la strada alla libertá popolare; i quarti per introdurvi le monarchie; i quinti per istabilirle; i sesti per rovesciarle.

245E questa con l’antecedenti degnitá dánno una parte de’ principi della storia ideal eterna, sulla quale corrono in tempo tutte le nazioni ne’ loro sorgimenti, progressi, stati, decadenze e fini.

LXIX

246I governi debbon essere conformi alla natura degli uomini governati.

247Questa degnitá dimostra che per natura di cose umane civili la scuola pubblica de’ principi è la morale de’ popoli.

G. B. Vico - Opere, IV-i. 7