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VIAGGIO
 


LIX. IL FRAMMENTO E IL BOUQUET

parigi


E quando mi s’appressò al tavolino tanto ch’io potessi fargli intendere il mio bisogno, risposemi, che ve n’erano altri due fogli co’ quali aveva presentato il bouquet alla demoiselle su i boulevarts — Deh spicciati, figliuolo mio; arriva all’hôtel del conte di B***, e fa’ di riaverli — Li riavrò senz’altro — e volò.

Nè mi fece aspettare; e tornò che non potea trar il fiato; e così smarrito che parea nunzio di guai ben peggiori della irreparabilità del frammento — Juste ciel! da poco più di mezz’ora quel povero giovinotto aveva raccolto il tenero addio dalle labbra della sua demoiselle — e l’ingrata! aveva già regalato quel gage d’amour a uno staffiere del conte — e lo staffiere ad una sartorina — e la sartorina a un suonatore di violino, e sempre col mio frammento sul gambo — vedi nodo di comuni sciagure! — e mandai un sospiro — e La Fleur me lo rimandò con eco doloroso all’orecchio —

Gran perfidia! gridò La Fleur — Gran disgrazia! diss’io — Non sarei tanto mortificato,mon-