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Calusco. 241

sostenuta da un argine, l’Adda, a così dire, impaluda nel lago di Brivio, ove, se poche son le acque, conviene, navigando, seguire il canale o filon del fiume fra canne e giunchi e siepi formatevi per agguati ai pesci. È vano avvertire che insalubre è qui l’aria, poichè l’avvisa il puzzo istesso.

A Brivio, bello e considerevol borgo, ove veggonsi gli avanzi d’antico castello distrutto nel secolo xiii, l’Adda ripiglia corso. Da Lecco a Brivio su piccol battello a due remi in meno di due ore si viene; ma triplicato tempo vi vuole a rimontare, se non ajuta il vento.

Ristretto va sempre, or più or meno, l’Adda fra le alte sponde di sasso ora calcare stratificato, ora scistoso con grosse rilegature di quarzo, ma per lo più di breccia o ceppo. Ovunque vedesi questo ceppo, che occupa qui considerevol ampiezza, osservasi esservi una pianura sollevata di molte tese dal fiume, ma circondata da colli o piani più elevati ancora, che, contenendo le acque, formavano un lago, il quale qui cessò d’esser tale, quando l’Adda corroso ebbe lo scoglio di Trezzo che ’l teneva in collo. In quel lago il fiume portava i ciottoli d’ogni indole e forma, ma generalmente pel lungo rotolamento rotondati. Il riposo dell’acqua, che nel lago dilatavasi, faceva deporre le particelle calcaree e selenitose, e le arene selciose, che

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