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Val Formazza. 99

d’Innocenzo ix, il cui padre, essendo da giovanetto andato, come far sogliono tuttavia gli abitatori di quelle sterili montagne, ad esercitare il mestiere del facchino in Bologna, sostituì il soprannome di Facchinetto al cognome Della-noce, proprio della sua famiglia.

Si sale quindi a Baceno, ove due torrenti, ambedue col nome di Tosa, s’uniscono. A sinistra si sale a Croveo, indi ad Osso, Casa del Gallo e Villa de’ Ponti, e di là in val di Rodano. A destra vassi a Premia. Abbonda dappertutto lo scisto o talco granatifero; ma qui trovansi i più grossi granati nella parrocchia di S. Michele. Alcuni hanno più d’un pollice di diametro.

Piè-di-latte è l’ultimo paese in cui si veggono vigne. Qui cominciano i graniti. Per una ripida strada si sale in val Formazza, ove guai a chi si fida sulle provvigioni degli alberghi, poichè non vi si fa pane che una volta all’anno; e poichè pur qui si parla tedesco, pare che appunto la valle Formazza sia a valle Antigorio quello che valle Macugnaga è a valle Anzasca, e che dall’alto, anzichè dal basso, siane venuta la prima popolazione.

Si sale quindi a S. Rocco. Qui il naturalista fermasi a guardare il granito venato a strati regolari e orizzontali, i quali hanno