Pagina:Viaggio Da Milano Ai Tre Laghi.djvu/110

94 Dovedro, Gabio, Sempione.


Dopo Gondo, la strada che sin qui parea stendersi in un piano, non avendo che sei piedi d’alzata per ogni centinaio, non diviene già molto più ripida, (poichè in 400 metri non s’alza che di 32) ma è doppiamente piegata, per acquistare dolcemente la brusca alzata che fa monte. Lì presso incontrasi della bella distene, o sia cianite, con entro de’ grossi, ma non trasparenti giacinti. Così si prosiegue sino al torrente di Frassinone, che precipita da alto ghiacciaio, appoggiandosi a duro granito verso N. O. Qui non solo si è formato un bel ponte presso una cupa e fragorosa cascata del Dovedro, ma è pur convenuto scavarvi in seguito una galleria lunga 182 metri, la quale, tanto per secondare le ripiegature del monte, quanto per istabilirvi una linea visuale di direzione è stata distribuita in tre parti, con due ampie aperture, che lasciandovi penetrar la luce, ne accrescono l’orrida maestà.

All’uscirne si tragitta il fiume per qualche tratto, tenendo la sponda destra del Dovedro; e si ritorna per altro ponte a sinistra, poco lungi dall’ultima galleria detto di Gabio, nome del vicin paese, posto ove il fiume piega al nord. Quest’ultima galleria è di 70 metri. Il Gabio ne ha 1289 sopra il livello del mare.

Poichè costeggiando il fiume, siccome fassi