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(LXXXI.)

Mirabilmente tutto Pindo onora.
Or chi mi vieta, che di buon legnaggio
Te rimirando sì lodato germe,
135Eccelso Federico, io fra i mortali
Te non erga a le stelle, e Te non chiami
Di bell’invidia degno, a cui fu dato
Sì prode uscir da generosa Pianta,
Che tanto al Ciel le verdi cime alzando
140Quanto il profondo piè stende sotterra,
De i numerosi secoli non sente
Le insidie, e i danni, e quasi legno eletto,
Che in ben guardato suoi securo alligna
Lungo il corrente umor di limpid’ acque,
145Quanto più invecchia, più robusta, e lieta
Vien d’altri miglior frutti, e d’altri rami.


L AL