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(LXXI.)

     E di sì viva caritate invitta
     Ebbra apparir nel tuo corporeo velo,
     Ch’ or cener fatto tra gli algenti marmi,
     Gran nome dando a sconosciuta arena;
     65De lo straniero pellegrin frequente
     I voti, e i doni in Lalovesco accoglie.
     Come sperar non puon d’esserti cari,
     Se d’essi su vigile studio, e cura,
     Non Greche, o Lazie favolose vene,
     70Guaste d’orgoglio, e vanità sonanti,
     Di guerrier sangue, o d’amor folli infuse,
     Ma per Te quelle ricercar celesti
     Fonti ammirande, onde di Dio sol pieni
     Solo a Dio lungo 1’Idumeo Giordano,
     75Lungo 1’obbediente onda Eritrea
     Trasser su l’Arpa d’or cantici eccelsi
     II Vate d’Jesse, e il Vincitor d’Egitto?
     Non questi al Nome tuo cercò, nè questi
     Ne la pubblica luce uscir consiglia
     80L’Amor de’ Tuoi, che pur gli Altari, e i Rostri
     Fè per Te gareggiar di pompa, e d’arte.
     Come al tiepido Sol d’un vago Aprile,
     Non provocati da Cultore attento,


Nas-