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(XLIX.)

A i versi miei, non anco detto, avanza;
E poiche Pindo, tua mercè, mi vede
Cultor felice di tua bella lode,
115Non certamente lascerò, che tanta
Messe d’onore su tuoi ricchi solchi
Altra mano si mieta, altra ne faccia
A tutte le future Età tesoro.


G A Sua