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Gemma delle Matrone, ad amar nati
Tutti la PATRIA, e più fplendenti infieme
Per opre illullri, che per auree Stole,
Dalla concorde autorità de* Padri
Ad un Sangue d’Eroi date in retaggio.
Il veggo, il fo; ma il nobil tuo Soggetto,
Vo’, che de’pregi Tuoi folo lì velia,
Di fe contento aliai : come profonda
Indica vena d’or , che per le cupe
Cieche latebre del materno monte
Il fulvo tronco, e i biondeggianti rami
Immenfa propagò, fe mai l’ingorda
Voglia d’aver per lo fquarciato giogo
Vittoriofa a ritrovar la giunge,
Affai del fuo tefor ricca fi feopre.

Su dunque fveglia l’animofo ingegno,
E l’inclito Lorenzo ai fecol tardi,
Come a me piace, fulle dotte carte
Ne’mici colori immortalmente pingi.
Tacer dei dc’fuoi dì la prima aurora,
Che in falce d’ero lo vedea tranquillo
Ber l’aure prime, e i primi rai di vita.
Troppo imperfetto, ed infecondo è il primo