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(XII.)

AL SIG. CO: AURELIO BERNIERI


Ornatissimo Cavaliere.


Pensa in quanti modi tentino i Poeti di acquistar fama, e difficoltà dell’impresa.


B
Ernier, fu quest’Aurora, i’ non so, come

Desto mi son, che il Cacciator non lungi
     Romoreggiando per le secche stoppie
     Giva inseguendo, e ne le tese reti
     5Cacciando le pedestri, incaute quaglie
     Immemori de l’ali, e de la fuga:
     Nè so, perche di buon mattin mi sia
     Desto oltre 1’uso. Su le mie palpebre
     Vapor tenace di soave sonno
     10Dai papaveri suoi Morfeo diffonde,
     E rado, anzi non mai rinascer veggio
     La nimica de i Ladri, e degli Amanti
     Ridente Sposa, che de i fior nudrice
     Del rugoso Titon lasciar s’affretta
     15I vani amplessi, e le infeconde piume.
     Pur non potendo le vegghianti ciglia
     Più ricomporre in placida quiete
     Presi a pensar sotto le molli coltri


A me