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Condurre intorno Inni celerti, e farne
Al buon Sangue di Marte aurea corona.
Ma fe i duo, ch’or nomai, tengon 1’eccclfe
Cime di Pindo, e qual di notte fegna
A’ Naviganti il Porto ardua lucente
Torre al Mar porta, il faticofo, e a pochi
Concerto calle van fcgnando, forfè
Italo ingegno paventò i’ Imprcfa?
E da 1’ immago de i due grandi cfempi
Tralfc timor? e non piuttofto il pun-e
Forte defio di lode , ed un felice
Ardir non l’empiè tutto, ivi cercando
Fama al fuo buon valor, dove più acerba- «
Fatica offrialì, e de l’evento incerta?
Io tacerò, s’egli potca co’ i voli
Del fuo roburto immaginar, del facro
Suo luminofo dir, i duo migliori
Per cui del par gioftraro e Tebe, e Koma,
Apprelfar: come non mcn franche fpiega,
E larghe penne Aquila, allor che mira
Da quercia alpina fuc compagne y i lati
Spazj de 1’ aria fuperar co’ i vanni,
Ed emula virtude il cor le fiedc,