Meco immortale il mio dolor soggiorna;
I miei passi accompagna e tinge in nero
30Quanto natura più di riso adorna.
Già tremenda mi suona entro il pensiero
Un’assidua parola: il tuo sospiro
33Donna, non val che ad irritar l’altero.
O tu mio divo spasimo e deliro,
Tu che di ghiaccio e di disdegno armato
36Crudel gioco ti fai del mio martíro,
Addio! Se almen mi concedesse il fato
Pria che l’aura del dì mi sia rapita,
39Posarti in seno il capo affaticato,
E disciogliermi in pianto e non udita
Pur sul collo morirti, al tutto orrendo
42Il tenor non direi della mia vita.
L’ala di morte or desïosa attendo;
E pur quanto sereni avrei veduti
45I miei giorni passar teco vivendo!
Or ambo in festa: ora tranquilli e muti
Mirando il cielo, nè piacer gustando
48Maggior che d’esser ivi ambo seduti;