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numero: dunque diminuendosi i Compratori si diminuiranno anche i Venditori; dunque o vi sarà contraddizione in termini, oppure per tali ragioni il prezzo starà sempre in equilibrio; o provenirà da altre cagioni, e non da coteste unicamente, come si sforza l’Autore di farci credere.

Ci può esser moneta senza Compratori; ma non ci saranno mai Compratori senza moneta: nè ci saranno Venditori, se non ci sarà roba da vendere. Dunque la quantità assoluta della moneta costituirà il maggiore, o minore prezzo de’ generi: dunque la maggiore abbondanza di moneta produrrà maggiori ricerche di generi, e per conseguenza quanto il pregio dell’oro, e dell’argento si diminuirà da una parte, altrettanto s’alzerà il prezzo de’ generi suddetti dall’altra. Questa è stata una verità conosciuta in tutti i tempi; ma la semplicità, con cui è stata esposta, non fu di genio di questo Autore. Paragonato questo principio con tutto il ragionamento fatto in questo paragrafo, si ritroverà, che i principj non si accordano nè fra di essi, nè fra le conseguenze. È necessario aver presente questa osservazione per le cose che verranno dopo.

Si è osservato ec. Questo però non è vero: Quanto più è abbondante il denaro, e quanto è maggiore il moto di esso in una Nazione, tanto più vendite fa il venditore, tanto si contenta di approfittar meno per ogni vendita, onde il prezzo delle merci si ridurrà al minimo grado possibile? Dun-


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