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segue che in questa esuberanza di merce universale diverrà sensibile allora quando entri tutta in grossi sfoghi nello Stato, e non dia tempo gradatamente all’industria di accorrere e moltiplicare i venditori. Il denaro che insensibilmente si va accrescendo in uno Stato, è come la rugiada che rinvigorisce e rianima tutta la vegetazione; egli è un torrente impetuoso che schianta, intorbida, insterilisce, se entra nello Stato ammassato in tesori.

Si è osservato sin dal principio che non potrebbe darsi un commercio vivo, ed esteso, se non si fosse inventata la merce universale, e che il commercio avesse dovuto consistere in permutazione di cose consumabili. Uno Stato adunque, in cui scarseggi talmente la moneta, che ne manchi per l’interna circolazione, dovrà accostarsi alla vita selvaggia, e restringendo i contratti al puro bisogno, a misura che la merce universale è poco diffusa, ne accaderà, che fra uomo e uomo la contrattazione si riduca e restringa al minor grado, e proporzionatamente si diminuirà la riproduzione annua, e la nazione povera, isolata, e languente ripiegherà verso gli antichi suoi principj, allontanandosi dallo stato della coltura.



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