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re che si proibisce. Dico adunque che il necessario alla interna consumazione non può mai uscire da uno Stato, dove la natura sola diriga il commercio, poichè nessun venditore potrà trovare altrove maggior numero di compratori di quelli che trova internamente, e internamente li trova senza il pericolo, o il ritardo del trasporto, le spese del quale faranno un argine che conterrà sempre nello Stato la quantità proporzionata al consumo.

Le proibizioni all’uscita sono adunque ostacoli alla libera espansione dell’industria; sono di più una facile sorgente di corruzione, che tale si è sempre una legge arbitraria, per cui sia interesse di molti Cittadini il vederla o derogata parzialmente, o delusa.


Annotazioni.

Che un grosso tributo giudiziosamente imposto su quella merce, di cui si voglia impedire la sortita dallo Stato sia da preferirsi ad una legge che la proibisca assolutamente, perchè egli è più difficile, spezialmente alle persone potenti, di eludere la seconda, che il primo difeso d’ordinario dall’interesse privato, cioè che il primo produca più sicuramente l’effetto voluto dal legislatore, io ne convengo intieramente coll’Au-

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