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nuova spinta per essere industriosi. A questo ragionamento a me sembra che se ne possa contrapporre un altro, ed è il seguente: Il tributo sottrae per qualche tempo alla circolazione una parte sensibile della merce universale; dunque diminuirà la circolazione, e seco lei diminuirà l’industria. Di più il tributo è una diminuzione dell’utile prodotto dalla industria; dunque minore stimolo avranno gli uomini per esser industriosi. Riflettono alcuni, che nelle città più floride si pagano i più gravosi tributi, e quasi sembrano a questi attribuirne la prosperità, la quale in vece è cagione che si sopportino senza discapito i gravosi tributi. Se qualche volta su gli Stati animati da una estesa industria una cattiva operazione non produrrà apparentemente mali effetti, ciò avviene, perchè le grandi masse, dove la materia sia ben compatta, riscaldate che sieno sono più lente a perdere il calore. Quanto più è ristretto uno Stato, tanto egli è più facile il rianimarlo, siccome il condurlo alla rovina; a misura che le masse d’uomini grandeggiano, maggior tempo e spinta vi vogliono a dar loro moto sì al bene, come al male.



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