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li comprendo anche que’ che possiedono fondi fuori dello Stato, in cui vivono, e di cui godono la protezione.

Due inconvenienti rileva l’Autore nel caso, che si volessero rifondere sulle sole terre tutti i carichi dello Stato, cioè la proporzionata diminuzione del prezzo de’ fondi in pregiudizio degli attuali proprietarj, e la decadenza dell’Agricoltura per il soverchio favore, che si accorderebbe all’industria, la quale abbandonata la prima si rivolgerebbe per preferenza alle manifatture; ma il più, ed il meno non varia la sostanza della cosa, e questo stesso basta per provare con evidenza, che il supposto conguaglio non può essere nè pronto, nè facile, nè integrale. La proposta modificazione di ritenere una porzione del tributo sulle merci non sarà dunque, che una minorazione dell’inconveniente; ma la rivoluzione non sarà in proporzione meno sensibile e dolorosa, e non sarà meno attaccato e leso il sacro diritto di Proprietà.

Un’altra circostanza secondo me essenzialissima, che non si è fatta entrare nel Calcolo, ella è quella, che pagandosi il tributo su i generi di privativa e di consumazione, pagati in dettaglio ed in picciole partite, ed una parte di esso si risolve in una contribuzione ultronea, che a seconda delle circostanze uno modera, ed accresce, senza che d’ordinario l’erario se ne risenta per l’eguaglianza, che risulta dal totale dei contribuenti. Laddove caricato direttamente sulle terre, diverrebbe intieramente for-


zoso,