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le merci, per le quali non gli parrebbe cosa esattamente giusta di caricarla sulle terre, il nostro Autore ne conviene quanto al resto intieramente.

Tutti i tributi, dic’egli, che si pagano dal Contadino e nel vestito, e nel cibo, e nei contratti e sotto qualunque altra forma, li paga poi realmente il Proprietario del fondo, poichè dall’annua riproduzione dei campi si debbono prededurre le spese della coltivazione, il vitto, ed ogni tributo pagato dal Contadino in diminuzione della porzione dominicale, che verrà per conseguenza accresciuta di quanto resterà sollevato nel tributo il Contadino. Applica egli egualmente in seguito la stessa teoria a’ salariati, ed alle consumazioni de’ Possessori. Io troverei ottimo questo raziocinio in una Società vergine e nascente, non così in uno Stato, dove la forza espansiva del tributo abbia già tutto bilanciato e messo a livello. Non si alterano, e non si distruggono di un sol tratto di penna tutti i patti colonici, gli affitti, i salarj, i contratti, i vitalizj, ed i livelli. La parte colonica non corrisponde sempre precisamente al solo necessario fisico, ed il Contadino contribuisce per conseguenza anche in proporzione del superfluo; e non è giusto poi, che il Proprietario paghi in oltre tutto ciò che su i generi di privativa, e sulle consumazioni paga attualmente tutta quella classe d’uomini, ch’egli chiama Direttrice, e quell’altra composta da’ Redittuarj, dagli Ecclesiastici, ed altri esenti, da’ Forestieri, tra’ qua-


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