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te le sue terre a coltivare lo zucchero, perchè nel total valore ne ritrae più di quello che farebbe coltivando i grani; dico, che quella nazione meriterebbe una vita sempre dipendente, e precaria dalle nazioni estere, e dovrebbe prima d’ogni cosa procurarsi nel proprio suolo l’alimento fisico immediatamente. Quarta regola generale adunque: preferire quel genere di coltura che soddisfaccia ai bisogni fisici, fintanto almeno che sieno largamente assicurati.

Altre osservazioni si possono fare sull’agricoltura, dalle quali dedurre altri precetti. Io credo che sia più utile allo Stato, che la parte dominicale sia pagata dal fittuario al padrone del fondo, piuttosto in derrate, che in moneta, perchè affine che il fittuario possa unire la somma da pagare, debbe affrettarsi a vendere i prodotti della terra; e siccome presso ogni nazione vi sono i tempi legali per pagare i terreni allogati, così tutti ad un tempo s’accrescono i venditori, e facilmente nascono gl’incettatori, e si può far monopolio. Oltre di ciò ristagna una parte sensibile di denaro frattanto, perchè il fittuario appoco appoco ammassa la somma da paga-


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