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pre inseparabili nelle società incivilite dall’industria animata, e dalla rapida circolazione, ne verrà, dico, io conseguenza che dall’accrescimento del popolo si conosca l’accrescimento dell’annua riproduzione, la quale più che la esportazione annua è la misura della forza e prosperità dello Stato.

La misura della forza d’uno Stato, o della prosperità di esso non è l’accrescimento del travaglio, come sembra a primo aspetto, poichè la riproduzione non è sempre proporzionata al travaglio; anzi in una nazione, dove gli stromenti dell’agricoltu­ra, e delle arti fossero meno perfetti e più grossolani, ivi il travaglio sarebbe maggiore, ma non perciò sarebbe accresciuta la possanza, o la ricchezza. Il problema dell’economia politica si è accrescere al possibile l’annua riproduzione col minor possibile travaglio. Dico poi che l’esportazione annua è una misura equivoca della forza e felicità d’uno Stato; perchè si potrebbe acquistare nuovo popolo che dapprincipio colle sue consumazioni diminuisse l’esportazione annua; per lo che sarebbe possibile che si accrescesse il numero di nazionali, e si scemasse per qualche anno appunto perciò l’esportazione. È bensì vero,


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