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CAPITOLO IX.


La notte.


Era tranquillissima l’aura, giaceva lo stanco agricoltore nell’arida capanna, il guerriero nella tenda fralle armi, il monarca nello splendore della reggia, l’augello nelle umide frondi, la fiera nello sterile speco, tutti egualmente immersi nella dimenticanza del sonno, ma non l’amante donzella, quantunque abbandonasse le membra illanguidite su i morbidi tappeti. Anzi per lei divenuti pungenti quanto lo stelo delle rose, invocava rivolgendosi irrequieta su di quelli, il sonno fuggitivo dalle palpebre lagrimose. Ardeva in un canto della stanza un pallido lume per togliere le tenebre, ma che però non turbasse col vivo splendore il sonno amico della oscurità, a cui l’ancella sedendo vicino placidamente filava