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colombe, le quali, riserbate con scelti alimenti alle delizie della mensa, ed a i sacri olocausti, vivevano tranquille, perchè ignare del loro destino, docilmente accorrendo verso le mani micidiali. Oh felice ignoranza, che non penetrando il futuro, gusta il presente, laddove l’uomo tanto orgoglioso del suo raziocinio, ritrae da questa medesima facoltà quell’assenzio, che si mesce ad ogni presente dolcezza, il dubbio che la fortuna cangi, l’immoderato desiderio di non probabili acquisti, il timore di mali corporei, gli affanni volontarj dell’animo, e per fine il più crudele persecutore d’ogni attuale godimento, il timido pensiero della morte. Prese adunque l’ancella due colombe, scegliendone le più candide, e quindi a Saffo rivolta; Queste, disse, presenterai a Venere quando sorga l’aurora, io te le serbo, e meco le porterò accompagnandoti. Sia come vuoi, pietosa amica, rispose Saffo dolente, versando qualche lagrima sulle gote, siccome vieppiù op-