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indizio manifesto, che la divinatrice era intenta a i consueti sagrifizj. L’orrore del bosco, la tristezza della solitudine, la riverenza del luogo facevano palpitare il cuore di Saffo, ma l’ancella prendendola con la mano trasse lei, che ritrosa e timida ricusava di seguirla, dentro l’angusta bocca dell’antro. Ivi non mai penetrava il raggio del Sole, ma eterna caligine vi manteneva perpetua notte; Solo le sacre faci e il fuoco di quegli arcani riti, discoprivano lo squallore delle interne pareti affumicate dall’antico vapore; e le fonti sotterranee vi stillavano in lente goccie, che rilucevano a quel tetro splendore. Era l’adito per lungo tratto oscuro, ma poi vi penetrava da lungi un dubbioso lume di interne faci, e insieme s’udiva nell’approssimarsi, confuso mormorio di canto lugubre, che viepiù ingombrava di religioso terrore il perplesso animo di Saffo. Ma la provetta condottiera, a cui già erano noti per la fama antica que’ recessi orrendi, la