Pagina:Verne - Racconti fantastici, 1874.pdf/96

98 mastro zaccaria.


«Venduto al signor Pittonaccio un orologio di ferro a soneria ed a personaggi mobili, collocato nel suo castello di Andernatt.

Era questo l’orologio morale di cui la vecchia Scolastica aveva parlato con tanta lode.

«Mio padre è là, esclamò Geranda.

— Corriamoci, rispose Aubert, possiamo salvarlo ancora.

— Non per questa vita, mormorò Geranda, ma almeno per l’altra.

— Alla grazia di Dio, Geranda! Il castello di Andernatt è posto nelle gole dei Dents-du-midi, a venti ore circa da Ginevra, partiamo.

In quella sera medesima Aubert e Geranda, seguiti dalla vecchia domestica, camminavano a piedi sulla via che costeggia il lago di Ginevra. Percorsero cinque leghe nella notte, non arrestandosi nè a Bessinga nè ad Emanne dove sorge il celebre castello dei Mayor. Attraversarono a guado e non senza stento il torrente della Dransa. In tutti i luoghi si informavano di mastro Zaccaria, ed ebbero presto la certezza di camminar sulle sue tracce.

Il domani, al cader del giorno, dopo di aver passato Thonon, giunsero ad Evian, d’onde si vede la costa della Svizzera svolgersi per una estensione di dodici leghe. Ma i due fidanzati non badarono nemmeno a quei luoghi incantevoli. Camminavano spinti da una forza soprannaturale. Aubert appoggiato ad un nodoso bastone offriva il braccio ora a Scolastica ed ora a Geranda, ed attingeva nel proprio cuore una suprema energia per sorreggere le compagne. Tutti e tre parlavano dei loro dolori, delle loro speranze, e seguivano così quella bella via a fior d’acqua sulla spianata ristretta che congiunge le sponde del lago alle alte montagne dello Chalais. Presto giunsero a Bouveret nel luogo in cui il Rodano entra nel lago di Ginevra.

Oltre questo paese, essi abbandonarono il lago e crebbe la loro fatica in mezzo a quelle regioni montagnose. Vionnaz, Chesset, Collombay, villaggi semiperduti, furon presto alle loro