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50 un capriccio del dottor ox.

e gli altri ricostrutta; dei decreti di polizia emanati dal Consiglio, ai quali certa teste calde tentarono di resistere; della scopatura dei colatoi e dello spurgamento delle fogne, ecc. E pazienza se i focosi oratori se la fossero presa soltanto coll’amministrazione interna della città! Ma no, trasportati dalla corrente, essi dovevano andare al di là, e se la Provvidenza non giungeva, trascinare, spingere, precipitare i loro simili nei disastri della guerra. Invero da otto o novecento anni Quiquendone aveva nel suo sacco un casus belli della miglior qualità, ma lo serbava preziosamente come una reliquia e sembrava potersi svaporare e non essere più buono a nulla. Ecco in qual modo si era prodotto questo casus belli.

Non si sa da tutti che Quiquendone è vicino alla piccola città di Virgamen. I territori di questi due comuni confinano l’uno coll’altro. Ora, nel 1185, qualche tempo prima della partenza del conte Baudouin per la crociata, una vacca di Virgamen — non già la vacca d’un abitante, ma una vacca comunale, ci si badi bene — venne a pascolare sul territorio di Quiquendone. È molto se questo disgraziato ruminante tosò, il prato tre volte la larghezza della sua lingua, ma il delitto, l’abuso, il crimine, come si vorrà meglio, fu commesso ed accertato in regola con un processo verbale, poichè in quel tempo i magistrati cominciavano a saper scrivere.

«Ci vendicheremo quando sarà venuto il momento, disse semplicemente Natale van Tricasse, il 32.° predecessore del borgomastro odierno, ed i Virgamenesi non perderanno nulla aspettando.

I Virgamenesi erano avvertiti. Essi aspettarono pensando non senza ragione che il ricordo dell’ingiuria si indebolirebbe col tempo, ed in fatti per molti secoli vissero in buona armonia coi loro simili di Quiquendone. Ma facevano i conti senza i loro osti, o meglio senza quella strana epidemia, che, mutando radicalmente l’indole dei loro vicini, risvegliò in quei cuori la vendetta sopita.

Fu al Circolo della via Monstrelet che il fervido avvocato Zitto; gettando bruscamente la quistione in faccia a’ suoi udi-