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36 un capriccio del dottor ox.

preso la fuga ed il direttore d’orchestra non pensa più a trattenerli; d’altra parte il pubblico non reclama, tutt’altro, si sente trascinato egli stesso, avvolto in quel movimento che corrisponde alle aspirazioni della sua anima.

«Da risorgenti guai, dall’empia guerra
     Difendere volete il patrio suolo?»

Si promette, si giura; è molto se Nevers ha il tempo di protestare e di cantare, che «fra i suoi avi egli conta dei soldati e nessun assassino.» Lo si arresta. I caporioni e gli scabini accorrono e giurano rapidamente di ferire tutti insieme. Saint-Bris dice in tempo di due per quattro da circo il recitativo che chiama i cattolici alla vendetta. I tre monaci che portano ciarpe bianche, si precipitano dalla porta in fondo dell’appartamento di Nevers senza tener conto della messa in scena, che raccomanda loro d’avanzarzi lentamente. Già tutti gli astanti hanno levato la spada ed i pugnali che i tre monaci benedicono alla lesta. I soprani, i tenori, i bassi attaccano con grida rabbiose l’allegro furioso, mutando il sei per otto drammatico in un sei per otto da quadriglia; poi se ne vanno urlando:

Santa è la causa, e in petto
Dover ci parla e onore,
Servir senza timore
Dobbiam la patria e il re.

In questo momento il pubblico è in piedi, tutti si agitano nei palchi, nella platea, nella galleria; ei par quasi che tutti gli spettatori vogliano slanciarsi sulla scena, col borgomastro van Tricasse in testa, per unirsi ai congiurati e distruggere gli Ugonotti, di cui del resto dividono le opinioni religiose. Battimani, chiamate, acclamazioni! Tatanemanzia agita con mano febbrile il cappellino verde pomo. Le lampade della sala mandano un bagliore ardente.

Raul, invece di sollevare lentamente il tendone, lo straccia con un gesto superbo e si trova innanzi a Valentina.

Finalmente! È il gran duetto ed è eseguito come un allegro