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le sue forze, quasi senza pericolo, sino alle porte di Roma. Tiene parte amicizia, parte affinitá e congiunzione con li feu- datari della Sede apostolica, essendo la casa de’ Medici ili pa- rentado con gli Orsini ed unita di molta confidenza con li Colonnesi, i quali sono instromenti atti e potenti a turbare le cose della Chiesa. Onde, concorrendovi questi rispetti dell’uno e dell’altro dominio, si deve credere che si conserverá sempre buona disposizione fra Runa e l’altra parte. Con l’imperatore non ha dipendenza di feudo né altro ob- bligo; perché, quanto a Fiorenza, essendo stato quel dominio libero mentre si reggeva con l’autoritá di molti, né avendo avuto soggezione all’imperio ed essendo stata trasferita tutta quell’autoritá nel granduca, viene a godere li medesimi privilegi di indipendenza e di libertá. E, se ben Carlo quinto, nel decreto che fece, costituí principe nella republica con autoritá suprema la casa de’ Medici, nondimeno potè farlo non come imperatore, che vi avesse superioritá, ma come quello che aveva avuto dalla cittá e dalle parti facoltá di comporre, moderare ed a suo arbitrio permutare il governo, avendo cosi li Medici conte li magistrati, per metter fine alle lunghe e gravi guerre di quei tempi, collocato nelle mani di Sua Maestá tutte le ragioni sue. Quanto poi a Siena, è infeudato dal re di Spagna, il quale ili quello Stato fu investito dall’imperatore, suo padre. Non lascia però Sua Altezza di tenere amicizia e buona corrispondenza alla corte cesarea, mostrando molta osservanza verso l’impe- ratore, come quello che gli può concedere diverse cose desi- derate, e massime mantenere le concedute, quale fu il titolo di granduca, la precedenza ad altri duchi e luogo in cappella appresso gli altri ambasciatori; e, perché Sua Maestá può rice- vere diversi commodi da questa amicizia, mostra di amare e di stimare Sua Altezza. Col re di Francia, se ben vede che per le divisioni e per le guerre di quel regno non gli può essere inferito danno, né apportato beneficio da quella corona, nondimeno desidera e procura di mantenere buona amicizia e buona disposizione, non pretermettendo alcuna cosa per constituirsi in reputazione