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la propria complessione, per conservazion della quale non pre- terisce alcuna regola che possa essergli giovevole. Per questo non mangia in compagnia, per questo non ammette altre vivande alla mensa che quelle delle quali ha da nutrirsi]. Ha Sua Altezza due fratelli: don Pietro, legittimo, e don Giovanni, naturale, nato d’una gentildonna fiorentina della fa- miglia degli Àlbici. Don Pietro è d’etá d’anni 35 incirca, è indirizzato alla pro- fessione militare, ed ha servito il re di Spagna nella guerra di Portogallo, ed adesso si trova a quella corte con carico di ge- nerale della fanteria italiana e con provvisione di 6000 scudi all’anno: ma poco esercita quest’offizio, poiché il re non gliene dá occasione, non avendo voluto che vada sull’armata che si preparava contra Inghilterra, benché egli ne facesse istanza a Sua Maestá. Non possiede stati, fortezze, né giurisdizione al- cuna in Toscana né fuori. Ha ben d’entrata 40.000 scudi al- l’anno, oltre la provvisione del re, i quali cava di tanti beni che sono nello Stato del granduca; ma è cosi proflfuso nello spendere, che. la spesa superando di gran lunga la rendita, si trova sempre aggravato di molti debiti. È molto amato e se- guitato da’ fiorentini, perché, essendo molto dedito alli piaceri, mentre si ritrovava in Fiorenza praticava domesticamente con loro e come compagno andava con li giovani in ogni luogo di trattenimento senz’alcun rispetto; da che nacque che, per evitar li scandoli che avriano potuto succedere nella cittá per causa della gioventú licenziosa, e per liberarsi dalli sospetti che po- teva partorire questo séguito, si risolse il granduca Francesco di tenerlo lontano e di mandarlo in Spagna. Don Giovanni deve essere d’anni 24. È d’ingegno pronto, ha qualche cognizione di lettere ed è inclinato alla milizia; onde ora, ritrovandosi in Fiandra alla guerra, si dice che fa ottima riuscita. Ha d’entrata 14.000 scudi in terreni e buona somma di danari accumulati delle sue rendite. Ha in Fiorenza la casa, che era degli Altoviti, che giá furono proscritti come nemici di quello Stato; siccome la casa, che fu di Lorenzino de’ Medici, il quale ammazzò il duca Alessandro, è posseduta da don Pietro.