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criminale di Sua Altezza, il quale propone le sentenze e modera i negozi secondo la volontá del granduca, al quale si rileriscono tutte le cose importanti. E tanto piú s’ha cura di questa parte, quanto che l’utile, che dalle condannazioni pecuniarie ne risulta, si devolve tutto all’erario di Sua Altezza, dall’arbitrio della quale poi dipende il fare grazia a chi li piace. Vi è il magistrato dei Consiglieri, che sono eletti del numero degli Quarantotto; il quale, trattando certe materie piú gravi, non ha appellazione. Questo, al tempo della libertá, era di tutti assolutamente supremo: adesso ha quell’autoritá che il granduca vuole permettergli. Vede e sa ogni cosa Sua Altezza, e dello Stato e della guerra e del danaro e del fisco, e non ha alcun consiglio ap- presso di sé, che sia ad alcuna di queste materie deputato, come appresso agli altri principi si costuma. Ma non senza ragione lo fa, e forse non piccolo beneficio gli ne ridonda, poiché li consiglieri potriano essere corrotti con quei mezzi, che sogliono usare i piú potenti, e le deliberazioni sariano men secrete per il numero dei consultori e piú confuse per la discordia che suol essere tra loro. E però questo granduca non ha consiglio di Stato, né di guerra, né alcuno dei suoi precessori l’ha avuto giammai. Né meno ha consiglio del danaro o dell’entrate, per evitare tanto piú le fraudi, quanto meno sono le persone che s’ingeriscono in questa materia ; non del fisco, non d’altra cosa, per non incorrere in alcuno dei disordini di sopra narrati. Con tutto ciò, se ben non hanno dato questi principi ad alcun titolo di «consiglierò», hanno usato di conferire i suoi pensieri piú gravi e le difficoltá piú importanti con alcun suo piú confidente, discorrendone con esso, intendendo il parer suo, approbando e facendo poi quello che gli pareva piú espe- diente. Oltre tutti questi fondamenti, che assicurano il governo, hanno tenuto sempre singulare cura della religione e del vero e sincero culto d’iddio, provedendo che sia conservato puro ed incontaminato, satisfacendo pienamente i pontefici ed i suoi ministri in questa materia. Cosa che gli concilia maggiormente l’animo del papa, che li fa piú amare dai sudditi e che tiene