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infestare tutti quei mari; e, avendo un porto capacissimo e sicuro per ogni gran numero di galere, chiamato Porto Ferraro, riesce di grandissimo momento alle cose marittime di quelle parti. Onde, non ci essendo fortezza ed avendo giá l’armata turchesca preso ricetto in quel porto, dubitandosi che con altra occasione non l’occupasse o non lo fortificasse, fu dall’im- peratore Carlo quinto concesso al granduca Cosmo, che l’aveva ricercato, acciò con fortificazioni fosse assicurato quel luogo tanto importante. E, se ben li genovesi, ai quali dispiaceva che altri avessero potestá in quei mari, gagliardamente s’oppones- sero appresso l’imperatore, nondimeno prevalse il granduca e consegui quello che voleva. Ottenuta l’isola, vedendo che il porto era dominato da due monti, l’assicurò con due forti, e tutto quel giro circondò di muraglia, facendo un bastione sopra una lingueila, che si stende alla bocca del porto, come ora si vede; si che quella parte vien ad essere fortificata ed a restare sicura. In quel luogo si trova un altro arsenale, nel quale si tengono le galeazze ed i galeoni. Ha gran copia di legname per far vascelli nei boschi del Pisano e principalmente nella montagna chiamata Falterona, ma non ha tanta quantitá di roveri quanta d’altri legni. Ferro ne ha in abbondanza per la minèra che è nell’isola dell’Elba, per l’appalto del quale paga ogni anno 16.000 scudi al signor di Piombino, il qual era signore dell’isola ed è restato padrone di tutti gli utili che d’essa si cavano, essendo trasferito al granduca solamente il dominio del porto e della fortezza. Li maestri, che lavorano a fabbricare li vascelli, sono di vari paesi, come di Napoli e di Sicilia, e molti sono dello Stato ed alcuni dell’arsenale della Serenitá Vostra. Si ritrova aver dieci corpi di galere, delle quali quattro si armano, l’altre si custodiscono; tre galeazze, le quali pare che non facessero riuscita molto buona ; due galeoni, che si ado- pravano per mercanzie e per andar in corso. Le quattro galere, che si tengono armate, per l’ordinario sono fornite di ciurma, di schiavi e di condannati; dei quali però, per quanto ho inteso, vi è tanto numero che scarsamente supplisce al bisogno, perché,