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sono quasiché innumerabili: nello Stato di Fiorenza sono molti ed arrivano al numero di 376, ché in tutto sono 481. Tutto questo paese, che ha i commodi grandi, le terre grosse ed i luoghi frequenti, come ho narrato, è assai ben riempito di popolo. E, ancorché le divisioni, che dalle cittá principali si estendevano per tutti li contadi; l’efTusione del sangue, che dalle sedizioni è derivata; le guerre, che hanno consumato molta gente ; la mutazione del governo, che ha costretto molti cittadini ad abbandonare il proprio nido, abbia esausto molto tutto quello Stato di persone: nondimeno, per i buoni ordini introdotti e per le buone provvisioni, che si sono instituite, parte fermandovi quei che si sarian partiti, parte allettando e tirando altri, che non vi sariano venuti, si è risarcita in buona parte questa diminuzione e ristaurato il paese d’abitanti; avendo però avuto luogo questa restaurazione piú nel contado e nelle terre men nobili che nelle cittá, nelle quali, per il vero, non pare che vada moltiplicando il numero e propagando se stesse per le persone, come alli tempi passati si dice che succedeva; perciocché quei che erano di maggior riputazione e di maggior grandezza, essendo restati superstiti nelle sedizioni e nelle guerre, sono andati errando in diverse parti del mondo ed hanno collocato il proprio domicilio in quel luogo, che alla loro industria ed alli loro negozi era piú opportuno. E di fio- rentini il maggior numero e li piú reputati si sono redutti nel regno di Francia, dove, per la dependenza della regina madre, per la devozione della nazione verso quella corona, per l’oc- casione di adoperare il proprio ingegno, escogitando sottilitá e nuovi modi di trovar danari, hanno conseguito utile per se stessi ed apportato qualche commodo e servizio alli bisogni della co- rona. Pisani si sono sparsi in diverse terre ed in diversi luoghi, lasciando quasi del tutto disabitata la propria cittá. Di sanesi, chi si è trasferito nelle corti de’ principi, chi si è applicato alle cose ecclesiastiche, chi si è ritirato nelle ville. Per riempire dunque li luoghi vóti di gente e per ripopu- lare le cittá, l’industria e la prudenza dei principi, che hanno governato questo Stato, non ha mancato d’instituire ordini buoni ed opportuni.