Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte II, 1916 – BEIC 1906568.djvu/44

Per non tessere dunque una narrazione, che le sia piu di noia che di profitto, e per abbracciare quelle cose che al go- verno del suo Stato possono essere giovevoli, alla conservazione deH’ainicizia col granduca opportune ed alla cognizione delle forze di quel potentato necessarie, procurerò d’instituire que st’informazione in tal modo, che quello che possa esser giu- dicato superfluo sia del tutto troncato, quello che possa riuscire grato aH’ascoltare non sia pretermesso, e quello che possa essere utile al consigliare ed al deliberare sia piú diffusamente esplicato. E. accioché elle abbiano una previa notizia di quello che sono per dirle, espediente sará che intendano succinta- mente qual fosse giá lo Stato della Toscana, del quale ho da parlare. Era questa provincia divisa in tre republiehe. giá non molti anni, di Fiorenza, di Siena e di Pisa, ciascuna delle quali pretendea di dipendere da se medesima e con larga forma di governo, participata da diversa sorte d’uomini, amministrava le cose sue. L’instituzione di questi governi liberi riusci piú facile in Toscana che in alcun’altra parte d’Italia, perché, es- sendo abitata d’uomini di condizione atta all’equalitá e frugalitá del vivere e non vi essendo persone titolate in gran numero, ch’avessero dominio sopra popoli, non avean gli abitanti tale dazione d’animo, né tal preminenza di grado, né tal qualitá di forze, né tal dependenza d’altri principi, che potessero so- prafare quelli che erano inferiori e piú deboli, e non si con- tentare d’esser adequati con molti; cosa che, si come rendea facile l’ordinare i governi liberi, cosi, estinti che sono, rende piú sicuro quel freno, che il dominio d’un sol principe vi ha posto, come s’intenderá a suo luogo. Ma, convertendosi poi il governo largo, per gli appetiti dei popoli, in licenza e, per l’abuso dei grandi, in ambizione, li cittadini, per queste due fazioni in se medesimi divisi e pugnanti, diventavano dissipa- tori di quella libertá, che per avanti avevano procurata e difesa. Intanto che, ora lacerandosi fra se stessi, ora sottomettendosi a’ forestieri, finalmente, dopo varie mutazioni aggirati e con- sumati, sono caduti nella servitú di quei capi, che, avendo