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Ottoboni in fine della inedita relazione. Questa ci pervenne in due copie: della biblioteca di corte di Monaco, cod. ital. 42, e dell’archivio di Stato in Torino, Relazioni di ambasciatori veneti , mazzo xi, n. 6. Io riproduco la copia torinese, dalla quale trasse qualche brano C. De Magistris, Il granduca Ferdinando I di Foscana giudicato da un ambasciatore veneto , in Studi storici e giu- ridici per nozze Prato-Pozzi , Torino, 1913. Il codice della Comunale di Siena K. ili. 19 e il codice italiano in foglio n. 59 della Arcivescovile di Udine contengono una anonima Relazione dello stato forze e governo del granduca di Toscana folta da eccellentissimo ambasciatore veneto nel suo ritorno a Venezia. Essa incomincia: «Dovendo io per obligo di questa mia legazione, essercitata in Firenze per grazia della serenissima republica nostra di Venezia e delle Loro Signorie eccellentissime, darle conto di tutto quello che in essa ho praticato ed inteso, degno di essere singolarmente notato, conosco che, come questo mio racconto né per lontananza del paese né per straordinaria grandezza di forze né per novitá o varietá di costumi può apportare molta curiositá o dilettazione, parlandosi di principe italiano...». Una nota margi- nale avverte poi che l’ambasceria fu «Per le noze del serenissimo principe Cosimo coll’arciduchessa, 1608». La lettura però della relazione ci induce a credere che non si tratta di scrittura d’ambasciatore veneto, ma di un raffazzona- mento, il cui principio ben ci richiama altre genuine relazioni, se ne togliamo le parole «della serenissima republica nostra di Venezia», formula non usata dai nostri ambasciatori. L’anonimo compilatore non accenna menomamente alle nozze di Cosimo ; dá invece informazioni sugli Stati che componevano il granducato, sulle rendite di questo, sulle spese, sulle forze militari di terra e di mare, sul sistema di governo, sulle relazioni del granduca con gli altri principi d’Italia e d’Europa ; ma in forma generica, senza precisare né nomi né date: soltanto da un passo si po- trebbe forse arguire che la scrittura fu composta circa trent’anni dopo la morte di Ferdinando primo. Altri codici (codd. Palatino 4S0 e Magliabechiano xxv. 107 e xxx. 211 della Nazionale di Firenze; codd. 8.4. 16 e 8. 2. 26 dei Concordi di Rovigo; cod. F. 137 della biblioteca pubblica di Dresda) contengono una Relazione del clarissimo ambasciatore veneziano ritornato dal granduca Ferdinando [o Cosimo] di To- scana, l’anno 1610, che incomincia: «Il serenissimo Ferdinando