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v. Relazione di Andrea Gussoni, 1576. Francesco de’ Medici, con inviato speciale, annunziò alla repub- blica la morte del padre, Cosimo primo, e la propria successione, e il senato deliberò di mandargli un ambasciatore per condolersi e rallegrarsi insieme. L’ambasciatore fu Andrea Gussoni (cfr. Senato-Segreti , reg. 79, c. 119/: io maggio 1574, e Segretario alle voci , 12 maggio 1574), al quale furono assegnati 1000 ducati d’oro, il 29 giugno 1574 (cfr. ivi, c. 135/), laddove la commissione non gli fu data se non il 21 gennaio 1576 (cfr. ivi, reg. 80, c. 69 r-t). Ma il senato non fu concorde circa il titolo da darsi al Medici, creato frattanto gran- duca dall’imperatore (26 gennaio 1576), e d’altra parte il segre- tario mediceo andava spargendo a Venezia voci ritenute di grande importanza ; talché il 3 marzo fu sospesa la partenza del Gussoni, pur essendogli stata rinnovata la commissione il 24 febbraio (cfr. ivi, reg. 80, cc. 70 r-t, S1-S2, 85 r, S6 r-t). Non trovai l’ordine della partenza, ma il 16 marzo il Gussoni era in viaggio per Fi- renze e il 27 si disponeva a partirne (cfr. Dispacci al senato). Rin- venni invece la deliberazione di concedere al Gussoni, per il buon servizio prestato, le due pezze di panno di seta e oro e le due d’ormesino a lui donate dal granduca (cfr. ivi, c. 97/: 16 aprile 1576). È il dono chiesto in fine alla relazione, nella quale è pur accenno alla partenza lungamente attesa. Nella sua relazione il Gussoni segue, e spesso copia, quella del Priuli, anche lá dove non si tratta dello stesso principe. Solo verso la fine diventa originale. Per quel che riguarda il suo alloggio nel palazzo Pitti, ricordo che ne trasse occasione Alessandro Pezzano bolognese per scrivere la Descrittione dell’apparato delle stanze del palazzo de’ Pitti in Fiorenza, nelle quali fu alloggiato dal granduca di Fiorenza, Francesco de’ Medici, il Claris simo si- gnor Andrea Gussoni ambasciatore... (In Venetia, appresso Gra- noso Perchacino, 1577, in-4, cc. 8 n. n.). La relazione è in vari manoscritti attribuita erroneamente a Giacomo Soranzo, che non andò mai ambasciatore a Firenze, e la data varia in essi dal 1574 al 157S: in altri poi manca del proemio e comincia senz’altro: «Contiene la Toscana per lunghezza 200 miglia e per larghezza 100 all’incirca...»; e, in altri ancora, presenta notevole diversitá