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VI FI R E N Z E r. Relazione di Marco Foscari, 1527-1528. Il 14 gennaio 1526 more veneto , il senato deliberava (cfr. Senato- Segreti, reg. 51, c. 120 r): Da le ultime lettere de l’orator nostro in Corte, ozi lecte, questo Con- seglio ha inteso lo aricordo dato per la Santitá del pontefice che per la grande timiditá, ne la qual se ritrovano li signori fiorentini, seria gran- demente ad proposito per la Signoria nostra fusseno animati e cum lettere e cum quelle altre operazione paresseno piú expediente, a ciò avesseno causa de prender vigor e de non incorrer in alcun inconveniente (sopra il che in conformitá è sta’ parlato longamente in Collegio per li reverendi legato, nunzio de la Sua Santitá, e per monsignor de Baius, orator del re cristianissimo, quali particularmente hanno instato per la immediata mis- sione de uno orator alli prefati signori fiorentini, il quale, ultra che daria grande reputazione a quella republica, viva voce li esponeria la prompti- tudine del Stato nostro alla deffension loro), e ben necessario per le pre- sente importantissime occurrenzie, iusta la particular relazion ora fatta per il serenissimo Prencipe nostro, non pretermetter provisione da le qual è per reussir ogni bon effetto; e però l’andará parte che de praesenti, per scrutinio de questo Conseglio, sia fatta elezione de uno onorevole zentilomo nostro che vadi orator alla excelsa republica fiorentina, quale possi esser electo de ogni loco, officio e rezimento, e, quello .remanirá, sia obligato partir in termene de zorni 4 prossimi cum quella commissione li será data per questo Conseglio. Aver debbi per sue spese ducati 130 d’oro in oro al mese, non obstante alcuna parte in contrario, la qual , prò hac vice tantum, se intendi suspesa, de li quali non sia tenuto monstrar conto alcuno alla Signoria nostra; sia obligato condur con sé cavalli 11, computa’quelli del secretario e servitor suo, e 4 stafieri; non possi refudar sotto pena de ducati 500, da esserli immediate tolta per i avogadori nostri de commun