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Or non sará per avventura discaro a chi legge eli io facia qui il carattere di questi illustrissimi principi, racconti le qualitá della corte, l’ordine che tengono a tavola, per il viaggio, ecc. 11 duca Francesco di Lorena e di Bar, granduca di Toscana, è di proporzionata statura, ben complesso, ed anzi bello di volto che brutto, grazioso nel presentarsi, e, quantunque assai familiare co’suoi e clementissimo co’ forestieri, sostiene nelle occasioni con maestá e senza attenzione l’alto suo rango. Come nella gioventú sua, per la fervida vivacitá, troppo non attese alle lettere, non si può dire che in queste egli sia affatto intelligente. La lunga familiaritá però col di lui precettore, uomo destro e dotissimo, fece che col discorso suo non è ignaro delle scienze, delle belle lettere e dell’arti liberali, delle quali anzi è vago e di molte ne fa professione, come della musica, dello studio delle meda- glie, ecc. Ama, oltre di ciò, gli uomini che le professano ed ha un gusto esquisito nel discernere le migliori facoltá. Usa continua interrogazione cogli uomini che se gli presentano, consente che se gli parli con ardito rispetto e sdegna qualunque sentimento basso in sé e negli altri. Cogli uomini da guerra particolarmente s’informa e si fa raccontare le azioni in cui si son ritrovati, né ripugna di dire che ciò fa per apprendere il mestiere. Si mostra severo per la giustizia comune e per la disciplina militare. Non soffre l’adulazione, né intesi uscire dalla bocca sua un cenno improprio o imodesto. Tutto ciò che sente la suggezione de le formalitá vi ripugna. Egli è vero amico generoso e lo credo fino nell’inimicizia. È pronto nel rispondere, non senza sale e punta, e sempre con senno. Colla reale arciduchessa vive tene- ramente, ma non in soggezione del suo alto rango e speranze. Ecco il complesso di questo principe, per quello che ho potuto scoprire in pochi giorni. Può avere qualitá migliori e può l’espe- rienza e l’etá renderle piú cospicue nella grande carriera in cui si porá.
