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detto presente con parole tali, che veramente lo rendono molto piú prezioso di quello che è. Si trova anco a quella corte l’illustrissimo signor Bartolomeo Capello, padre di essa granduchessa, il qual, nelli negozi pre- detti di Vostra Serenitá, ho trovato tanto pronto e ardente in operar tutto quello che ha potuto con Sua Altezza e tanto con- fidente in avvertirmi liberamente di tutto quello che è pervenuto a sua notizia, che ben si è dimostrato degno ed amorevolissimo figliolo di questa serenissima republica, alla quale rende af- fettuosissime grazie per la menzione che le piacque di fardi lui nella commission mia e anco in altre lettere scrittemi dapoi ; del qual favore ne conserverá sempre vivissima memoria. È Sua Signoria illustrissima straordinariamente amata ed avuta cara dal granduca, specialmente per la sua singoiar bontá e mo- destia, colle quali virtú si è talmente acquistata la grazia di Sua Altezza, che ora ella lo riverisce aponto come padre, né può star una sola ora senza di lui, mostrando grandissimo dis- piacere quando Sua Signoria illustrissima dice di voler fra pochi giorni tornarsene alla patria. E perché, serenissimo Prencipe, illustrissimi ed eccellentissimi signori, può esser forse aspettato da Vostra Serenitá overo da alcuna di Vostre Signorie illustrissime ed eccellentissime ch’io nella presente occasione dica alcuna cosa intorno la persona, Stato, governo e pensieri del granduca di Toscana, dal quale io ora ritorno; però, per obedir, quando cosi sia, a questa loro volontá, le dirò reverentemente quel poco che ho potuto pe- netrar degno della loro notizia; e, se non lo farò cosi piena- mente ed abbondantemente, come sarebbe desiderato, me ne escuserá apresso la loro benignitá il poco tempo, e posso dir poche ore, che son stato a quella corte, non me vi essendo fermato piú che giorni trentanove. È il presente Francesco de’ Medici, granduca di Toscana, di anni 41, di buona statura e pieno di carne, di perfetta com- plessione e molto indeffesso nell’essercizio del corpo e dell’animo ancora, massime nel negoziare, stando egli con suoi secretali e ministri, con gran pazienzia, molte ore del giorno, le quali